Mandala e Guarigione

La parola Mandala deriva dalla lingua indiana sanscrita (मण्डल) e significa “cerchio”. Non esiste al mondo un altro disegno simbolico così universale come il Mandala; compare in ogni cultura e in tempi diversi, dal Tibet lamaistico, all’induismo tantrico, al buddhismo Vajrayana tibetano, agli Indiani Navaho e del Sud-Ovest America. Il più antico Mandala fino ad oggi conosciuto è una “ruota solare” paleolitica scoperta nell’Africa del sud. Anche in natura possiamo ritrovare forme mandaliche: nella frutta, nelle pietre, nei fiori, tra gli alberi, nel cielo.
Oltre ad essere disegnati, i Mandala vengono anche “vissuti” ed alcuni esempi possiamo ritrovarli in India con la danza del Mandala, tra gli indiani Navaho nelle pratiche di guarigione dove la persona viene posta al centro di un cerchio disegnato sul terreno, mentre in occidente l’idea del centro e del cerchio protettivo si ritrova in numerose danze popolari e nel girotondo dei bambini.

Vengono chiamati Mandala non solo le figure circolari ma anche le forme concentriche come quadrati e triangoli. L’importante è che rimangano presenti le caratteristiche principali: un centro dal quale l’energia viene emanata e una proiezione nello spazio-tempo. Nell’induismo e nel buddismo il disegnare un Mandala rappresenta l’universo, le sue origini e le relazioni tra le forze dell’universo e il divino ed è per questo considerata una pratica meditativa e contemplativa, che permette di crescere interiormente.


Il celebre psicoanalista svizzero Carl Gustav Jung che ha studiato per oltre vent’anni l’argomento, afferma che i “Mandala sono uno dei migliori esempi dell’operazione universale di un archetipo” cioè dell’azione di quei temi e schemi dominanti nella vita dell’uomo, che possiamo ritrovare in ogni cultura, impronte presenti nella psiche come un marchio di appartenenza ad una razza. Secondo Jung, durante i periodi di tensione psichica, figure mandaliche possono apparire spontaneamente nei sogni per portare o indicare la possibilità di un ordine interiore e dare espressione e forma a qualche cosa che tuttora non esiste, a qualcosa di nuovo e di unico.

Effetti e Benefici dell’utilizzo dei Mandala

L’utilizzo dei Mandala favorisce un raccoglimento interiore, ci aiuta a ritrovarci nel “qui ed ora” dell’esperienza, a ritrovare un equilibrio in un particolare momento o passaggio della nostra vita. Il Mandala è un’immagine di noi stessi che tramite la sua realizzazione è in grado di aumentare il nostro grado di coscienza e consapevolezza. Durante la sua realizzazione, gli aspetti frammentari dell’identità si ricompongono, favorendo il processo di individuazione cioè di “ampliamento della sfera della coscienza”. Mentre si costruisce il Mandala, l’uomo si concentra, si individualizza, esegue una ricerca interiore indispensabile perché si verifichi la catarsi, la purificazione.


Ecco perché in particolare con soggetti con disturbi dissociativi l’utilizzo costante dei Mandala come sostegno al percorso psicoterapeutico ha un effetto molto proficuo. Colorare Mandala si è dimostrato anche di beneficio nell’alleviare stati d’ansia. In generale, in ambito psicoterapeutico, si è dimostrato particolarmente utile nella cura di certe forme di nevrosi e di psicosi. In campo medico si è fatto uso terapeutico del Mandala nel trattamento del cancro; esso infatti rappresenta una via al ritrovamento dell’ordine e dell’energia, aspetti che si tendono a perdere quando si è malati. Laboratori con i Mandala, proposti ad alunni disabili come strumento contenitivo dell’ansia e stimolante della propria individualità e creatività, hanno favorito processi di integrazione ed espressione del sé. Colorare i Mandala è una attività molto utile anche per i bambini: le forme e i colori del Mandala sono un invito al gioco e permettono al bambino di concentrarsi, consentendogli di ottenere equilibrio e tranquillità.

Marco Turi