Da "I confini del mondo" di Igor Sibaldi

Lasciate che i bambini vengano a me [all’Io, cioè] e voi non intralciateli.
Luca 18,16


E questa è la meno ascoltata di tutte le esortazioni di Gesù. Eppure è per tutti fondamentale: da qui dipende la nostra sorte nel mondo: dal fatto, cioè, che il senso di colpa cominci dalla «separazione dei bambini dall’universo», dagli intralci che gli adulti pongono ai bambini, manipolando, guastando quel senso della felicità di cui il bambino naturalmente dispone.
La felicità è infatti uno dei sensi attraverso cui noi percepiamo il reale, proprio come l’olfatto, il tatto, la vista; e come tutti i nostri sensi, avrebbe anch’essa il compito di segnalarci cosa è bene per noi e cosa no. Così come non mangiamo un cibo avariato perché l’olfatto ci avverte che è meglio di no; o non afferriamo un oggetto troppo caldo, perché il tatto ci mette in guardia, allo stesso modo e altrettanto prontamente il senso della felicità ci avvertirebbe in anticipo se una scelta che stiamo per fare sia giusta o sbagliata, in base all’impressione di armonia o disarmonia che proviamo accingendoci a farla, se della felicità fossimo ancora in grado di intendere il linguaggio. Ma fin dai primi anni di vita questa funzione viene impedita in noi dagli adulti, da coloro cioè che dopo i guasti subiti a loro volta da bambini, non sono più capaci di intenderla e si sono anzi abituati a temerla.

Da "I confini del mondo", in uscita