Scegliere il metodo di estrazione dei principi attivi può fare la differenza in molti casi. Preparare un decotto anziché un infuso può infatti pregiudicare la qualità del prodotto finale, ottenendo magari tutt’altro che l’effetto desiderato
Se sono fiori e foglie scegli l'infuso
Alcune parti delle piante sono molto più labili alle alte temperature e qui, di norma, si parla di foglie e fiori. Per lavorare queste è pertanto necessario versare dell’acqua calda all’interno di una teiera in ceramica contenente l’erba. Si chiude con il coperchio e si lascia così il tutto al fine di estrarre i principi attivi. In media sono sufficienti dai dieci-quindici minuti. Attenzione però: la temperatura dell’acqua può variare da pianta a pianta, ma non dovrebbe mai superare gli 80 °C.
Al termine della posa si filtra con un colino.
Quando si vogliono estrarre le sostanze benefiche da parti dure, coriacee e legnose, l’ideale è usare il metodo della decozione. Si contraddistingue dall’infuso perché il rimedio viene cotto per più o meno tempo. Per preparare un decotto sarebbe meglio far macerare prima alcune ore la pianta in acqua e poi portarla a ebollizione. I tempi sono estremamente variabili e possono arrivare a quasi due ore – come nel caso dell’equiseto – o a pochi minuti come i semi di anice. Al fine di evitare alterazioni, non bisognerebbe mai usare pentolini in acciaio ma scegliere sempre quelli in coccio.
Se si estraggono oli essenziali riduci la durata
Se è importante ottenere gli oli essenziali durante la decozione – come nel caso dei semi di finocchio – è importante non far bollire la droga per più di dieci-quindici minuti.
Bevi immediatamente
Infine, sia che si tratti di infuso o decotto, è bene bere il rimedio ottenuto immediatamente: è qualitativamente migliore perché non è alterato e non si rischiano possibili contaminazioni batteriche.