La mente è fatta di tempo, esiste grazie al tempo, si ciba di tempo.
Se noi ci identifichiamo con essa, lei ci fa credere che esista un domani di cui preoccuparsi o nel quale sperare, e al contempo che esista un passato sul quale recriminare o del quale avere nostalgia.
Ma questi sono solo infantili inganni della mente, perché quando ci si libera ci si accorge che esiste solo l’istante presente. Il passato non c’è, e quando c’era, era sempre il presente di quel momento.
L’attività ordinaria della mente, quando non si trova in uno stato di concentrazione, è costituita da anticipazioni, fantasticherie e ricordi: quello che viene definito “dialogo interno”, cioè l’inutile rumore quotidiano della mente. Il che non ha nulla a che vedere con il vero pensiero: le attività in cui s’impegnano l’artista, lo scienziato, lo studioso, il mago.
Ma se riusciamo a ingannare il tempo… beh, allora cambia tutto… allora prendiamo noi il comando.
Se infatti la mente non ha più cibo, ciò che è oltre la mente emerge di conseguenza. La mente per sua stessa natura è attività, è frenesia, è tempo, per cui se le viene sottratto il suo consueto lavorio giornaliero muore. Ciò che resta accanto al suo cadavere… siamo noi, cioè la pura coscienza, che è oltre il tempo e oltre la mente.