Favola sufi


Un giorno un asino cadde in un pozzo. Non si era fatto male, ma semplicemente non poteva più uscirne.
Così l'asino cominciò a ragliare sonoramente, per ore, mentre il suo proprietario pensava a cosa fare...
Visto che l'asino era ormai molto vecchio, che non serviva più a nulla, che il pozzo era ormai secco e che in qualche modo bisognava chiuderlo, il proprietario concluse che non valeva la pena sforzarsi per tirare fuori l'animale dal pozzo. 
Così il contadino chiamò i suoi vicini perché lo aiutassero a seppellirlo vivo.
Ognuno prese un badile e cominciò a buttare palate di terra dentro al pozzo.
L'asino si rese conto di quello che stavano facendo e reagì, piangendo e ragliando ancora più sonoramente, anzi, proprio disperatamente!
Poi - non senza sorpresa di tutti - l'asino smise di piangere, e rimase quieto. 
Il contadino guardò il fondo del pozzo rimanendo sorpreso da ciò che vedeva: ad ogni palata di terra nel pozzo, l'asino se la scrollava di dosso, facendola cadere, e salendoci sopra.
In questo modo, in poco tempo, l'asino riuscì ad arrivare fino all'imboccatura del pozzo, oltrepassare il bordo e uscirne trottando.
(Racconto Sufi)

Quando sei (ti credi, ti senti o ti immagini) dentro un pozzo buio e profondo, e senza via d'uscita, ti sembrerà come se la vita ti stà buttando addosso ogni tipo di "terra"... molta terra.... 
Così - in queste situazioni - non dimenticare di ricordare che il segreto per uscire sano e salvo da qualunque tipo di "pozzo" consiste - sempliceMente - nello scuotersi di dosso la "terra" che si riceve, e nel salirci sopra.