Se la mente si agita la pelle ne raccoglie lo sfogo. Emozioni e sentimenti possono infatti lasciare il segno sul nostro corpo. Uno stato di stress, un avvenimento che ci ha fatto soffrire, un periodo particolarmente pesante spesso scatenano disturbi dermatologici.
L‘acne è una patologia in stretto contatto con le emozioni e pertanto non è scollegabile dagli eventi di vita che più profondamente ci riguardano. Le emozioni e i propri stati interni trovano sempre il modo di essere espressi, quando non vi è la consapevolezza di essi è l’organismo stesso che li esprime.
Quando l’organismo si esprime per via simbolica
L’organismo, quando si esprime, lo fa per via simbolica, in quanto ogni distretto corporeo, oltre ad una valenza biologica, né ha una rappresentativa. Un individuo può non voler aver coscienza di un aspetto del sé e quindi tende a disconoscerlo. Di conseguenza, più aspetti del sé una persona rifiuta, maggiore sarà lo stato di disagio che si trova a vivere.
Facciamo un esempio efficace: se paragoniamo il sé ad una casa e le parti del sé ai locali interni, quante più stanze rimangono chiuse a chiave, minore sarà la vivibilità potenziale dell’intero spazio, fuor di metafora, minore saranno le risorse interiori a cui la persona potrà attingere.
Brufoli nell’età giovanile
Quanto più la repressione è massiccia maggiore sarà il senso di disagio e di malessere dell’individuo, non solo a livello psichico, ma anche fisico. Ciò accade perché i contenuti rinnegati non scompaiono, ma trovano una via di espressione alternativa nelle somatizzazioni corporee. Non a caso l’acne esplode in pubertà “acne giovanile”, cioè nel momento in cui erompe la sessualità, l’adolescente vive una situazione di grande cambiamento psicofisico in cui l’identità delimitata fisicamente proprio dalla pelle non è definita, è indice di quanto questo legame sia inscindibile.
La comparsa dei brufoli si genera dai 12-13 anni in su, e le cause sono molteplici. L’adolescenza è un periodo evolutivo critico in quanto attraversa stati d’animo, evoluzioni, trasformazioni che abbracciano molti campi esistenziali: la quotidianità si dipinge di piccole sfide, drammi, grandi conquiste e amare sconfitte.
E’ in questa “stagione” che le delusioni emergono in maniera prepotente ed i piccoli intoppi di natura affettiva appaiono decisamente insormontabili (un vulcano che ribolle dentro: prezioso segnale d’un modo d’essere che non va).
Brufoli in età adulta
La presenza dell’acne sulle parti scoperte, proprio perché la pelle rappresenta la parte visibile del nostro corpo, quella che poniamo in relazione con gli altri (confine che delimita e fa di ogni persona un’unità individuale), sottolinea un “problema” talvolta di vecchia data, connesso all’identità e alla comunicazione.
Brufoli in chiave psicosomatica
Secondo l’interpretazione psicosomatica, l’acne rappresenta “un fuoco” che emerge dal profondo, un’energia che sta nascendo, ma non trova una via di espressione. Ecco allora che le emozioni trattenute diventano calore. La pelle si arrossa, brucia.
Il volto diventa una maschera che segnala il disagio, la non accettazione degli eventi che stanno caratterizzando la condizione attuale: insoddisfazione sessuale, sentimentale, lavorativa, sociale.
Ecco perché capita di vedere affiorare sulla pelle tanti disagi interiori, che non di rado creano problemi ai dermatologi nel trovare le cure più adatte. La pelle, dunque, non può essere considerata semplicemente un organo superficiale, separato dal resto dell’organismo.
Molto spesso troviamo questo problema nelle persone che non si amano, non sanno amarsi, che hanno scarsa autostima (i più esposti sono i timidi e gli introversi).In realtà, sono persone tendenzialmente ripiegate su se stesse: ecco perché l’acne colpisce spesso le persone troppo esigenti con se stesse e che facilmente provano sentimenti di vergogna.
Può essere un malessere frequente anche in chi continuamente si sforza di essere diverso da com’è per compiacere a qualcuno. La maschera acneica nasconde, a volte, anche una forte dipendenza. Ogni patologia che tocca questo tessuto, pertanto, segnalerà una tensione a livello della libertà di essere se stessi, oppure dello stress nell’agire il proprio potere o il proprio controllo. Per certi versi, inoltre, segnala anche quanto siamo sensibili alle personalità degli altri.
La persona acneica rimane spesso compressa fra ciò che desidera e ciò che gli altri si aspettano da lei. Chi soffre di questa affezione cutanea di solito teme e trattiene dentro di sé le proprie emozioni. Quando però queste sfuggono al controllo e si “disegnano” sulla pelle, esprimono con il linguaggio del corpo tutto ciò che viene taciuto.
Rispetto ad altre patologie – come ad esempio chi soffre di ulcera o di problemi cardiaci che tendono a vivere le loro difficoltà esistenziali nella propria interiorità – il soggetto con affezioni cutanee porta il suo vissuto nel sociale, ovvero la conflittualità è rivolta sempre all’altro.
La cute, infatti, è da sempre un vettore indiscutibile di simboli di idee, la cui finalità è la comunicazione verso chi ci circonda. Può essere territorio di grande valore estetico e di attrazione, di un messaggio particolare oppure anche di forte “repulsione”.
La mappa emotiva dei brufoli
Una patologia cutanea, pertanto, non è un disagio che interessa esclusivamente l’aspetto materico ma, inevitabilmente, coinvolge disagi più profondi e complessi dell’individuo: capire la propria patologia cutanea significa comprendere fino in fondo i propri malesseri esistenziali (“leggere” ciò che non funziona a livello emotivo).
Quindi, una preziosa spia che ci invita ad ascoltare i nostri disagi e, soprattutto, desideri prima che si incancreniscano e mettano profondi “radici”. Riassumiamo l’infografica pubblicata a inizio articolo.
FRONTE/DISAGIO EMOTIVO
Difficoltà a relazionarsi con gli altri
Scarsa autostima
Paura del cambiamento
GUANCE/DISAGIO EMOTIVO
Carenze affettive
Sentimenti di vergogna
Forte sensibilità
Dipendenza affettiva
NASO/DISAGIO EMOTIVO
Non accettarsi fisicamente
Diffidenza
Vulnerabilità emotiva
Paura dell’ignoto
MENTO/DISAGIO EMOTIVO
Rabbia inespressa
Insoddisfazione
Paura delle malattie
COLLO/DISAGIO EMOTIVO
Conflitto tra cuore e ragione
Dipenenza dai genitori
Insicurezza
Paura delle responsabilità
COSA FARE?
Anche se può sembrare semplicistico e banale, per chi soffre di disturbi cutanei, abbracciare, solo per un attimo, diventa sicuramente un gesto fondamentale per riprendere i “rapporti” con il mondo esterno e facilitare le relazioni. Una carezza, un buon massaggio o un abbraccio affettuoso sono più efficaci di cento parole e più potenti di un ansiolitico.
I cambiamenti, le novità, è risaputo, spaventano incredibilmente chiunque. Ma chi “utilizza” la cute per raccontare il proprio disagio non solo le teme, le combatte come fossero davvero un’aggressione alla propria integrità. Non è difficile, infatti, trovare patologie cutanee esplodere nei momenti di profondo cambiamento e di possibile trasformazione: cambio di lavoro, la nascita di un figlio, abbandono affettivo, un trasferimento considerato ingiusto ed improvviso, ecc.
In queste particolari situazioni, sarà puntualmente l’involucro ad esprimere tutte quelle proteste che la persona stessa non ha avuto il coraggio di avanzare. Se si impara ad essere più aperti, più malleabili, anche la pelle diventerà meno reattiva e sicuramente, più elastica agli imprevisti della vita … ma soprattutto evitare di rimuginare, accumulare cose, trascurare l’aspetto fisico, colpevolizzarsi e soffrire in silenzio.
Oltre le cause emotive appena analizzate, la medicina tradizionale cinese vede i brufoli come sintomo di un malessere fisico ben più profondo. Per esempio la presenza di brufoli sulla fronte può indicare un sovraccarico dell’apparato digerente che dovrebbe essere curato con rimedi ad hoc. Per approfondimento il significato dei brufoli da un punto di vista fisiologico vi invito alla lettura della pagina Mappa dei brufoli, scopri quali sono i tuoi disturbi nascosti.
Ana Maria Sepe
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