“RISURREZIONE - Le costellazioni spirituali celebrano la vita di G. Policardo

Tutti noi nasciamo e moriamo più volte vivendo. Ce lo chiede la vita stessa, con i suoi movimenti, simili a quelli di una sinfonia. Ogni giorno, come il cavaliere del film “Il settimo sigillo”, giochiamo la nostra partita a scacchi con la morte. Lo scorso anno, c’è stato nel nostro paese un tasso di mortalità inspiegabilmente così alto, da essere simile a quello che si registrò durante le due guerre mondiali. Attraverso le costellazioni familiari e, ancor di più, con le nuove costellazioni spirituali, mistiche e mediali, osserviamo costantemente quanto il legame tra i vivi e i morti sia forte e come, su più livelli, il nostro inconscio e la nostra anima siano in un movimento che è spesso riferito a qualcuno che abbiamo perduto. C’è una forza segreta che ci tiene in vita: in una costellazione possiamo osservarla e prenderla, decidendo di restare e di attraversare anche le prove difficili che il destino ci pone lungo il cammino.
Nell’infinito campo relazionale di cui facciamo esperienza, è vitale trovare il nostro posto non solo nei nostri sistemi d’origine (la famiglia in primis), ma soprattutto, rispetto a coloro che ci hanno preceduto e che sono già oltre la vita. Non c’è modo migliore di celebrare la vita che onorare i morti, inchinandoci al loro destino, lasciando che tutto sia compiuto e che il nostro amore li mantenga vivi, mentre continuiamo a camminare nella nostra vita, felici, abbondanti e in salute. Il seminario sarà rivolto in particolare a quanti hanno difficoltà a vivere con leggerezza, a lasciarsi alle spalle relazioni drammatiche, a superare la scomparsa o l’abbandono di una persona cara, a tutti coloro che sono in contatto con noi, come i figli non nati, i fratelli abortiti, ecc. Spesso la depressione o altri importanti sintomi sono il segnale di una relazione irrisolta con qualcuno che ci manca e che occupa tutte le nostre energie, trascinandoci fuori dalla vita. 
Occorre avere coraggio per riconoscere queste dinamiche, guardare in faccia il dolore e la morte, spingersi come accade di frequente fino al limite estremo, per scegliere la strada della vita e della gioia. Un prezzo così alto da pagare e mai così forte e necessario, come in questo delicato momento di passaggio. Quale miglior momento se non i giorni che seguono la Pasqua, per celebrare insieme questo mantenerci in vita, rinnovare il proposito di restare e continuare, per rinascere e riaffermare il nostro impegno ad andare avanti, anche per coloro le cui ombre care camminano, in ogni istante, alle nostre spalle. In un amore che trascende ogni dimensione, confine e separazione.