Bagni di gong: cosa sono e perché ci aiutano a stare meglio


“Il gong è il suono della creatività. Colui che suona il Gong suona l’universo. Da esso è venuta tutta la musica, tutto il suono e tutte le parole. È il nucleo della parola. Non è uno strumento musicale, né una percussione. Il Gong è Dio. È una splendida meditazione rinforzata. Come una moltitudine di corde, un milione di corde. È l’unico strumento in cui potete produrre questa combinazione di vibrazioni dello spazio… Il gong è il primo e l’ultimo strumento per la mente umana. C’è solo una cosa che può sostituire e comandare la mente umana, il suono del gong. È il primo suono dell’universo, il suono che ha creato questo universo. È il suono creativo di base. Per la mente, il suono del gong è come una madre e un padre che ha dato i natali. La mente non ha il potere di resistere a un gong che è ben suonato.” Yogi Bhajan

Ho sentito spesso parlare dei bagni di gong, vere e propri bagni vibrazionali che ci aiutano a ritrovare noi stessi favorendo uno stato di pace interiore profonda. Il termine “bagno” non è utilizzato a caso visto che il gong riuscirebbe ad avvolgerci completamente, tanto da riempire l’intero spazio circostante, immergendoci in una dimensione sonora avvolgente e intensa.
Le sessioni, a quanto sostengono i praticanti, prevedono un’introduzione e una fase di preparazione, si passa quindi al bagno di gong, per finire con un’eventuale condivisione verbale dell’esperienza. Sebbene vengano spesso eseguiti in gruppo, alcuni formatori propongono sedute individuali, in cui è possibile associare il bagno con altre pratiche. Oltre ai gong si usano spesso campane tibetane, cimbali, sonagli, conchiglie, koshi, tamburi. Stesi su materassi in ambienti energicamente puliti e silenziosi, ci si prepara al bagno.


I benefici
L’efficacia dei suoni a livello terapeutico non è certo cosa nuova, in India venivano frequentemente impiegati nei rituali di guarigione, partendo dal presupposto che l’uomo è nato dal suono ed è quindi suono egli stesso. I bagni di gong si prefiggono quindi lo scopo di favorire lo stato meditativo aiutandoci ad accedere alle parti di noi più profonde, superando i limiti del pensiero logico. Difatti i suoni, rispetto alla parola, riuscirebbero a far vibrare più intensamente la parte emozionale. Questo ci permetterebbe di riaccedere a memorie perdute, risvegliare sogni e in generale avere una maggiore comprensione di noi stessi favorendo la sensazione di essere parte di un tutto. Non solo.
I bagni di gong, assicurano gli esperti, possono addirittura ripulire ferite emotive per mezzo della vibrazione sonora. E’ come se i suoni emessi massaggiassero la nostra interiorità sciogliendo eventuali energie bloccate, restituendoci un senso di profondo benessere ed energia. Essi favoriscono, a quanto pare, anche l’armonizzazione fra parte sinistra e destra del cervello.
L’organismo stesso ne risente positivamente visto che i suoni coinvolgono ogni parte del corpo, agendo sulla pelle, sulla circolazione, sul battito del cuore, sulla respirazione e via dicendo. Durante il bagno di gong l’aura assume una colorazione bluastra, associata a uno stato di profondo rilassamento. In un secondo tempo diventa verde, colore associato alla pulizia sottile, infine assume una colorazione tra il violetto e l’oro, cromie dell’energia divina. L’efficacia dei bagni sonori è stata persino riconosciuta da una ricerca dell’Associazione Europea Massaggio-Sonoro-Terapia del 2007, che ne ha riconosciuto il valore in relazione alle gestione dello stress, al miglioramento del rapporto con il corpo, con il riposo e la creatività.


Perché il gong
Il gong è uno strumento formato da un piatto circolare di metallo o rame, originario della Cina, dove veniva spesso utilizzato in occasione di feste, danze, balli, rituali. Questo strumento, molto impiegato anche dagli sciamani a fini terapeutici, unisce in se stesso diversi elementi: Terra per la presenza del metallo, Fuoco e Aria che colano il bronzo, Acqua che raffredda il metallo.
Da ciò dipenderebbe il suo potere di trasformazione, in grado di favorire la conoscenza del sé profondo. Il suo suono, d’altronde, è molto rilassante, ideale per indurre la meditazione e condurci in una dimensione senza tempo. Chi lo ha sperimentato assicura di aver provato sensazioni molto piacevoli, come se il corpo (e l’anima) fossero massaggiati e stimolati dal suono. Più ci si abbandona a quest’ultimo, più ci si ripulisce dalle sovrastrutture pesanti e limitanti per la nostra evoluzione. E’ il corpo a ricordare chi siamo, non la mente.
Le armoniche naturali emesse dal gong posseggono un’intonazione tutta loro, estranea alle scale comunemente intese. Le loro frequenze producono onde di bassa frequenza: dalle alfa (da 7 a 14 hertz), che inducono uno stato di rilassamento ricettivo, alle theta (da 4 a 8 hertz), associate alla meditazione profonda. Fra l’altro gli 8 hertz stimolerebbero la ghiandola pineale, associata alla conoscenza divina e universale nonché alla produzione di melatonina (sostanza che favorisce il sonno), serotonina, utile per migliorare il funzionamento del sistema immunitario, somatropina, il cosiddetto ormone della vita.


C’è chi sostiene che le vibrazioni sonore emesse dal gong mettano in risonanza il sistema delle 72.000 Nadi, canali energetici, favorendo un libero flusso dell’energia nel corpo. Comunque sia, il suono del gong ha sicuramente un potere terapeutico profondo, particolarmente utile per i soggetti che faticano a lasciar andare la mente logica. Una forma di meditazione alternativa che vale la pena sperimentare visti i benefici che le sono attribuiti da secoli.

Laura De Rosa
www.yinyangtherapy.it