La notte oscura dell'anima - Roberta Sava

Ci sono momenti nella vita, in cui sembra che ci sia crollato tutto addosso e noi ci ritroviamo seduti su di un enorme cumulo di macerie che, prima, erano i nostri punti di riferimento, ciò che avevamo costruito, chi noi credevamo di essere è franato. E siamo soli.

Stiamo seduti lì, disperati, senza poter vedere nessuna via di uscita e, sopratutto, senza aver minimamente capito come diamine sia successo tutto questo. E perchè.

Se vi riconoscete in questo stato, se vi è capitato nel passato o se vi ritrovate adesso, sappiate che questa è la notte oscura dell'Anima. Proprio così. Come quella descritta da Padre Pio, da S.Giovanni dalla croce, Papa Giovanni Paolo II e da un bel po' di altri santi e mistici assortiti. Anche se noi, santi, non lo siamo affatto.
La psicologia tradizionale ha descritto questo stato come psicosi depressiva, come malinconia, come isteria. I sintomi difatti, sono simili a quelli delle patologie appena menzionate, ma le dinamiche che li sottendono sono estremamente differenti.

Roberto Assagioli, il padre della Psicosintesi, fu il primo studioso a parlare della notte oscura dell'Anima, come di un processo di trasformazione psicospirituale che, quando raggiunge il suo stadio finale e definitivo, produce talvolta una intensa sofferenza e una oscurità interiore. Ne descrive anche le caratteristiche: uno stato emotivo di intensa disperazione, che può giungere fino alla depressione; un senso acuto della propria indegnità; una forte tendenza all'autocritica e all'autocondanna; un senso di impotenza mentale; l'indebolimento della volontà e dell'autodominio; una grande difficoltà ad agire. (Sviluppo spirituale e disturbi neuropsichici. - Astrolabio 1933)


Quando ciò accade, generalmente stiamo transitando in un momento tranquillo della nostra vita. Abbiamo costruito un lavoro, una famiglia, delle discrete relazioni sociali e siamo a buon punto con le rate del mutuo. E poi succede.

Succede qualcosa, un lutto, un licenziamento, certe volte ci muore il cane, oppure, decidiamo di cambiare lavoro, di cambiare casa o città, magari di cambiare dentista. Per taluni invece succede dopo un periodo di intense realizzazioni personali. Come un immenso effetto domino, una semplice situazione, non importa se la risolviamo o meno, se sia grave o superficiale, innesca una reazione a catena a causa della quale tutto, ma proprio tutto, diventa quel cumulo di macerie di cui parlavo prima. La bella notizia è che è transitorio.

E' un momento, un passaggio della nostra vita che ci mette a confronto con le nostre peggiori paure; ci sentiamo inadeguati ad affrontarlo e sopratutto colpevoli. Se solo non avessimo cambiato città....o lasciato la fidanzata! Se non avessimo reagito all'igiustizia subita in ufficio o fatto causa all'assicurazione che non mi vuole risarcire il danno. Se non si fosse ammalata mia moglie. 

In realtà abbiamo sentito un richiamo profondo ad un cambiamento radicale e abbiamo seguito l'impulso. Ma a fare tutto ciò, non è stato chi noi pensiamo di essere, cioè la personalità terrena, ma chi noi siamo veramente, cioè la nostra Anima.

Al punto preciso in cui siamo arrivati, la nostra saggia Anima ha stabilito che abbiamo raggiunto tutte le competenze e acquisito tutti gli strumenti necessari a fare questo trasloco interiore. E quindi non perde tempo e ci da sotto. Certo, dal punto di vista di questo straccetto di personalità terrena che sta seduta sconsolata sulle macerie, le cose non sono così facili. Anzi: neanche l'immagina che la colpa è della sua cara e saggia Anima.

Ancora peggio è per coloro che, prima della catastrofe, avevano appena raggiunto dei traguardi personali e spirituali. In questi anni di risveglio planetario, molti sono coloro che stanno seguendo un percorso di crescita e di evoluzione. 
Leggono libri specifici, frequentano seminari di consapevolezza, fanno yoga o divengono vegetariani. Alcuni si occupano di decrescita e di ambiente, altri iniziano a meditare. Tutto questo porta a scoprire dentro se stessi un immenso patrimonio di gioia e una grande ricchezza interiore. Si vorrebbe urlare a tutto il mondo: - Ho capito! Adesso vi spiego come anche voi potete arrivare quì su questa vetta. - E da lassù, quando si atterra sulle macerie, ci si fa male. Anche in questo caso la nostra Anima ci sta parlando. Ci dice che non siamo arrivati da nessuna parte, che il viaggio non lo abbiamo neanche iniziato; semmai stiamo guardando il depliant illustrativo.

L'unica cosa che possiamo fare è accettare, affidarsi, lasciare che sia. In questo frangente la consapevolezza della reale natura di ciò che ci sta succedendo, è importante. Non serve andare dal medico e farsi prescrivere lo Xanax, nè dallo psicologo se questi ci fa una diagnosi di depressione. Però è importante chiedere aiuto. Abbiamo una strepitosa opportunità di cambiare profondamente. Il trasloco interiore è in atto, dunque scegliamo con cura e con consapevolezza quale nuovo arredamento vogliamo mettere al posto dei vecchi schemi o della falsa e anestetizzante illusione che andava tutto bene.

Allora sì che possiamo rivolgerci ad un professionista e affrontare l'attraversamento di questa valle oscura, al di là della quale ben presto, potremo vedere l'abbagliante luce di una nuova consapevolezza.

A tutti coloro che si trovano laggiù, auguro buon viaggio.

P.S.: non consentite a nessuno di dirvi che siete malati.