Stamattina ho compreso una cosa molto importante facendo colazione. Avevo una fetta biscottata in frantumi. Mentre mettevo la marmellata su un’altra, si è rotta pure quella. Allora, ho incollato i pezzi della prima sulla seconda, usando come cemento la marmellata. Incredibilmente, il sistema così reggeva. Ho avuto un’illuminazione. Così funzionano molte relazioni. È inutile fuggire dalle proprie ferite, rinnegarle, nasconderle, combatterle. Ma se le accogliamo nel nostro cuore, se diamo loro spazio, se ci mostriamo con esse, accanto a esse, ecco che possiamo essere presi e amati, prendere e amare, con successo. Poiché, come la frattura di una fetta biscottata si reggeva perché combaciava con un punto sano dell’altra, e vice-versa, in ogni relazione la nostra ferita nell’anima si può reggere su uno spazio integro dell’altro; allo stesso modo, la sua crepa dolorosa si poggia e si sostiene sul punto in cui noi siamo ampi e guariti. In questo modo, nessuno deve più fuggire, nascondersi, ritirarsi. Si può vivere l’amore come un progetto di crescita, un continuo "io ci sono per te quando hai bisogno, tu ci sei per me quando ne ho io", lontani da quegli ideali astratti di perfezione e distacco che molti inseguono vanamente, rifiutando di essere completamente e meravigliosamente umani. Dopo tutto, noi siamo d’Oro.