"Possiamo immaginare le nostre profonde ferite non più soltanto come
lacerazioni da rimarginare, ma come
cave di sale dalle quali trarre un'essenza preziosa e senza le quali l'anima non può vivere... noi produciamo sale quando soffriamo e, elaborando le nostre sofferenze,
aggiungiamo sale, guarendo così l'anima dalla sua malattia da carenza di sale"