La tessitrice che c'è in noi di Alessandra Comneno


C'è una tessitrice che abita l'anima di ogni donna.
Lei insegna a guardare il tempo come un gran gomitolo mentre gli aghi danno forma alla vita. La tessitrice dell'anima aiuta a disfarsi delle proprie zone morte, a trasformarle in concime e ad andare avanti. Quello che non fa mai un'anziana tessitrice, nè nessuna donna ragno, è perdere tempo.
Una volta, in un paese lontano, un'anziana tessitrice aveva un'unica nipote che educò affinchè punto dopo punto, parola dopo parola scoprisse i fili ancestrali che tessono la memoria e filano la vita. Voleva che lei sussurrasse la verità dell'anima alle donne smarrite e che le sue parole restituissero forza e desiderio di vivere. Quando la piccola sarebbe stata adulta, avrebbe insegnato a tutte le altre donne della sua tribù a mantenere viva l'anima del suo popolo e lo spirito del fiume.

La chiamarono Ronin Wano, servitrice del serpente, perchè nelle profondità delle più scure acque del fiume, dove nacque, abitava una anaconda che custodiva il sapere ed i segreti millenari grazie ai quali tutte le antenate un giorno avevano ricamato le memorie, tessendo l'esistenza e partorendo il divenire.
Per tanti anni, la Abuela inviò sua nipote nelle profondità del fiume, per imparare l'idioma dell'acqua e ascoltare la storia delle sue antenate, sul cedro più alto per apprendere i segreti che le femmine degli uccelli raccontavano ai loro figli e le fece correre i rischi peggiori per perdere la paura di morire e di vivere.
Ogni notte di luna piena, la Abuela e sua nipote si avvicinavano alle casa delle donne in difficoltà per ricordare loro la forza della flessibilità e la fede nella vita.


Quando quella bimba divenne adulta, tutto cambiò. Gli alberi millenari furono tagliati per farne pavimenti. Fu allora che le figlie delle sue figlie, cresciute contemplando la televisione, rifiutarono la sua eredità e dimenticarono il semplice esercizio di vivere. Quando Ronin Wano divenne Abuela, la sua gente non si sentiva più unita agli alberi, nè all'acqua, nè alla Luna, nè al ventre e ai suoi cicli. Fu allora che l'Anziana seppe che i suoi racconti dovevano arrivare alle donne oltre il grande fiume, coloro che non avevano ancora imparato a creare il tappeto della propria vita ma che erano pronte a tessere il grande arazzo di tutti.
Ho una nonna centenaria che tesse con le sue mani abiti, coperte, tende e stoffe, mentre, senza parlare, insegna l'arte di tessere la vita. Ogni tanto sceglie un disegno, lo studia. Prende il filo e tesse con la mano destra mentre con la sinistra conta i fili.
Nella danza delle sue dita unisce la mente e il cuore senza perdere di vista l'obiettivo...
Mentre la contemplo, mi rendo conto che sono passati migliaia di anni sotto la società patriarcale in cui l'anima della donna dormiva, stava in silenzio e soffriva la ferita profonda che io stessa ho ereditato. Il filo invisibile della memoria ha mantenuto viva la saggezza femminile oltre la mente, proprio nel centro del cuore. Per questo la donna si rompe quando si allontana da quel che realmente importa.
La Tessitrice dell'Anima è presente nei racconti di tutte le società ancestrali ed è sopravvissuta nella memoria dell'umanità come il genio dentro la lampada. Inizia a strofinarlo perchè esso si riveli. Ricordi?
Estratto da La Tejedora de vidas di Elena Garcia Quevedo
tratto da Custode del Fuoco Sacro - Alessandra Comneno